MARITOZZI QUARESIMALI

Solitamente, una dolcissima tappa, spesso notturna in compagnia o una gustosa colazione o merenda tutta panna e golosità.

Ma i Maritozzi nella tradizione di Roma rappresentano molto di più.

Sono, infatti, una ricetta antichissima le cui origini risalgono all’epoca romana, quando venivano preparate delle pagnotte a base di miele ed uva passa.

E’ probabilmente dall’evoluzione di questa ricetta che, nel Medioevo si diffuse l’usanza di preparare i maritozzi, l’unico peccato di gola che veniva concesso in periodo di Quaresima.

Quelli che si preparavano in periodo di penitenze erano, però, più piccoli ed arricchiti di pinoli e canditi.

Oltre ad essere i dolci della Quaresima, queste pagnottelle rappresentavano, in un certo senso, anche i dolci delle coppie.

Ogni primo venerdì di marzo, infatti, i fidanzati li regalavano alla propria innamorata decorandoli con cuori di zucchero e nascondendo al loro interno degli anelli o piccoli oggetti d’oro Per esempio,un sonetto dice:

«Oggi ch’è ’r primo Vennardì dde Marzo,
Se va a Ssan Pietro a ppija er maritòzzo;
Ché ccé lo pagherà ’r nostro regazzo».
E dde ’sti maritòzzi:
«Er primo è ppe’ li presciolósi;
Er sicónno pe’ li spósi;
Er terzo pe’ l’innamorati;
Er quarto pe’ li disperati».
«Stà zzitto, côre:
Stà zzitto; che tte vojo arigalàne
Na ciamméllétta e un maritòzzo a ccôre».

maritozzo