Salus Populi Romani-Storia, origine e curiosità

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La tradizione di questa icona fa risalire la sua origine al tempo degli Apostoli. Quando Pietro e Giovanni ebbero convertito una grande folla a Lidda in palestina, vi eressero una chiesa consacrata alla Madre di Dio. Chiesero poi a Maria di visitare quella chiesa, ma la Madre di Dio rispose: “Andate con gioia, perché io sarò con voi!”.

 

Quando gli Apostoli arrivarono alla chiesa di Lidda, trovarono su una delle sue colonne un’immagine della Madre di Dio, miracolosamente fatta “senza mano d’uomo”. Più tardi, la Vergine in persona visitò questa chiesa: benedisse l’immagine e le conferì la grazia di compiere miracoli. San Luca Evangelista vuole la Tradizione, che ricopiasse questa immagine facendone copia.

 

L’immagine di San Luca fu poi custodita gelosamente.

 

Alla vigilia dell’iconoclasmo, ossia di quel movimento (composto da presunti difensori della fede ispirati dal Diavolo) che voleva distruggere tutte le immagini sacre, un monaco palestinese, San Germano, custodì questa immagine miracolosa portandola con se a Costantinopoli, dove in seguito fu eletto Patriarca.

 

Quando nel 730 l’imperatore Leone l’Isaurico scatenò la distruzione delle icone, il Patriarca San Germano, fervente difensore della sacre immagini, fu destituito dalla sua carica ed esiliato.

 

San Germano insieme al grande Padre della Chiesa San Giovanni Damasceno detto il Teologo dell’Immagine (che ha scritto opere fondamentali per il culto dell’immagine) nelle loro argomentazioni dimostrarono che si poteva tranquillamente venerare le Sacre Immagini perché con l’Incarnazione, è stata radicalmente mutata la relazione fra il Creatore e le creature, nell’immagine si venera il Creatore non l’immagine in se.

 

San Germano visto il rischio di distruzione della Salus, prima di imbarcarsi, scrisse una lettera al Papa San Gregorio Magno, la fissò sull’icona e l’affidò al mare.

 

L’icona arrivò fino a Roma. San Gregorio, avvertito da un sogno, la ricevette col clero, in preghiera, sulla riva del Tevere. Quando il Papa ebbe terminato la preghiera, l’icona si sollevò e venne a posarsi tra le sue mani. Fu portata in processione fino a San Pietro, e lì esposta alla venerazione dei fedeli.

 

L’icona si trova nella Patriarcale Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, a Roma chiamata anche “Santa Maria della Neve”, perché una prodigiosa nevicata il 5 agosto avrebbe delimitato il perimetro per l’edificazione della precedente basilica liberiana.