Curiosità romane: ORAZIO COCLITE

Orazio Coclite (Latino: HORATIUS·COCLES) è un eroe mitico romano del VI secolo a.C. (cocles in Latino significa “con un solo occhio”[1]) che difese da solo il ponte che conduceva a Roma contro gli Etruschi di Chiusi guidati dal loro lucumone Porsenna. Era il fratello di Marco Orazio Pulvillo che fu console nel 509 a.C.. Entrambi discendevano dai tre fratelli Orazi (536 – 490 a.C.).

Si narra che nel 508 a.C. Orazio Coclite riuscì ad arrestare l’avanzata degli Etruschi mentre i compagni demolivano il ponte Sublicio per impedire che i nemici passassero il Tevere. Inizialmente al suo fianco combatterono Spurio Larcio e Tito Erminio, futuri consoli nel 506 a.C..

Quando rimase da abbattere soltanto una piccola parte del ponte, Orazio ordinò loro di mettersi in salvo, rimanendo a combattere da solo. Al termine della demolizione si gettò nel Tevere con tutta l’armatura e qui, secondo Polibio, affogò. Secondo Tito Livio, invece, riuscì ad attraversare il fiume nuotando e a rientrare in quella città a cui aveva evitato, con il suo eroico gesto, un infausto destino.

Il popolo di Roma gli dimostrò la sua gratitudine dedicandogli una statua e donandogli un appezzamento di terreno pari a quanto ne poteva arare in un intero giorno. Accanto agli onori ufficiali, ci furono anche attestati di gratitudine da parte dei privati cittadini, i quali, nonostante il periodo di grande carestia, donarono una razione dei loro viveri, secondo le proprie possibilità.