CURIOSITA’ ROMANE, BEATRICE CENCI

Se, passeggiando per Roma nelle notti  a cavallo dell’ 10 e dell’ 11 settembre vi capita di notare una fanciulla dall’aspetto etereo, quasi evanescente, percorrere lentamente il ponte di Castel Sant’Angelo tenendo la sua testa sotto il braccio, allora avete già avuto il piacere di fare la conoscenza di Beatrice Cenci (1577-1599) o, per essere precisa, del suo fantasma.

Tormentata in vita da un padre molesto e tormentata in morte dai soldati francesi (durante l’occupazione napoleonica di Roma della fine del XVIII secolo) che usurparono la sua tomba nella chiesa di San Pietro in Montorio e, si narra, giocarono a palla con la sua testa, non c’è da stupirsi che questa infelice continui a percorrere  il ponte dove fu giustiziata da un boia papale, anzi, stupisce che lo faccia solo una volta all’anno!

La vita di Betrice Cenci è stata tramandata sia da chi la reputava essere stata un vittima per le violenze domentiche crudeli e continuative, si da chi la riteneva carnefice di un genitore violento e disprezzato, ma pur sempre un genitore.

Beatrice era figlia di primo letto del Conte Francesco Cenci, la madre, Ersilia Santacroce muore lasciando la figlia di appena sette anni orfana. Per i successivi otto anni Beatrice vive serenamente presso le suore di Santa Croce di Montecitorio. Il suo tormento inizia quando, a quindici anni ormai compiuti,  ritorna a vivere con il padre, che poco dopo si risposa con Lucrezia Petroni.

 Beatrice anche con la seconda moglie del padre , subisce maltrattamenti e violenze da parte di Francesco. Solo quando il Conte finisce in prigione per sodomia, i familiari si sentono al sicuro.

Il Cenci, forte delle sue origini aristocratiche e di un ingente somma di denaro, convince papa Clemente VIII a scarcerarlo. Ma “il lupo cambia il pelo, non il vizio” e, poco dopo aver ottenuto la libertà è di nuovo sotto accusa, per i soliti reati di violenza e di abusi sessuali.

Tutti a Roma erano a conoscenza delle violenze che commetteva sulla figlia, ma la giustizia dei papi era benevola con i nobili e Francesco non pagò le sue colpe. Il “padre padrone” decide di segregare Beatrice accompagnata da Lucrezia in una rocca dei Colonna a Petrella Salto, in Abruzzo, così da non avere la scocciatura di farla sposare e darle una dote. Isolate, abbandonate, le due donne sono ancora costrette a subire violenze e torture ( segregate in una torre).

Stanche e disperate organizzano la morte dell’odiato genitore, aiutate da due vassalli e dai fratelli, Giacomo e Bernardo. Malgrado il tentativo dei congiurati di nascondere il misfatto gettando il corpo da una balaustra e fingendo una morte accidentale del conte, conseguente alla caduta, la congiura viene scoperta e tre di loro sono condannati a morte ( l’unico a ricevere la grazia dal papa sarà solo Bernardo, di appena diciotto anni).